IL GIORNALE

Quest’anno festeggiamo i 25 anni di questo periodico.
Nella prima pagina del n. 0 di Luglio 1994, scrissi l’editoriale dal titolo “ Chi siamo”.
Era un vero e proprio manifesto di presentazione che iniziava con queste parole: “alla domanda: chi siamo, da dove veniamo e cosa vogliamo così rispondiamo: siamo uomini liberi che veniamo da ogni angolo del nuovo e vecchio mondo, ma che siamo legati a Buccino da radici che nessun sconvolgimento socio-politico passato, presente e futuro potrà mai tagliare”.
E concludevo prima con un invito: “a tutti i buccinesi che si riconoscono in questo messaggio è rivolto l’invito a sostenere questo giornale che farà giungere la voce degli emigrati buccinesi a Buccino e la Voce di Buccino ai buccinesi nel mondo”.
E in fondo scrivevo: “ la speranza è che dalle pagine anche se ridotte di questo periodico possono nascere progetti e realizzazioni che consentano agli emigranti buccinesi e ai loro familiari, di questi ultimi molti non hanno mai visto Buccino, di rivedere o conoscere le proprie origini”.
Durante questi venticinque anni ho fatto più volte il” tagliando al motore” de La Voce di Buccino e un bilancio.
Nell’editoriale n.2 Estate 2004 in occasione del decennale, dal titolo: Luglio 1994 – Luglio 2004: un articolo lungo 10 anni, che riporto in altra pagina ricordai il primo e il secondo giorno di distribuzione del giornale a Buccino e feci i nomi dei tanti collaboratori che si erano succeduti e aggiunsi questa riflessione: “ rispondere a muso duro alle accuse più o meno velate di aver messo su un giornale politico aveva fatto allontanare quei pochi che saltuariamente avevano collaborato con me”.
Vi invito a leggere questi editoriali perché sono esplicativi del clima che ho trovato fin dall’uscita del primo numero. In questi editoriali e in altri ho spesso raccontato il mio difficile viaggio solitario nel deserto volceiano.
Perché non ero disponibile a farmi arruolare come uno dei tanti soldati delle truppe cammellate, per poter proseguire il viaggio.
Ho avuto la fortuna di vivere lontano da Buccino e quindi non costretto alla “dazione ambientale”.
Nel rivedere alcuni articoli scritti in questi 25 anni mi rendo conto sempre di più che la mia è stata un’impresa incredibile.
Non desidero passare per presuntuoso ma mi sento come un piccolo Davide contro Golia. Perché armato solo di spirito libero sono riuscito a sconfiggere tanti giganti dai piedi di argilla. Devo però ringraziare tanti buccinesi che chiaramente o in maniera “silente” mi hanno dimostrato amicizia e affetto e ce ne sono alcuni che non so nemmeno come si chiamano. Perché sono andato via da Buccino cinquant’anni fa e le mie venute nel paese natale diventano sempre più rade.
Anche se la speranza di creare un ponte solido tra noi buccinesi nel mondo e Buccino è stato reso impossibile, almeno un ponte aereo sono riuscito a crearlo e numerosi sono stati i messaggi di ringraziamento e di telefonate.
Pubblico una pagina dal numero Estate 2014 con alcune mail ricevute, e nei prossimi numeri continuerò a farlo perché queste lettere valgono più di tanti miei articoli.
Aggiungo solo che il mio amore per Buccino è stato sempre disinteressato, fin da quando avevo quindici anni e facevo parte della squadra di calcio locale.
Ed è proseguito in età matura con la nascita della Voce.

ANGELO IMBRENDA

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